Sempre più frequentemente, nella scuola si parla di Coding e pensiero computazionale, ovvero di un approccio inedito alla soluzione dei problemi. Per me è stata una scoperta relativamente recente, devo ammettere, ma tutto ciò che percorre strade nuove, innova il metodo di insegnamento e fa divertire i bambini, mi trova in prima linea, pronta a sperimentarmi e a mettermi in gioco.
Nella scuola, ciò di cui stiamo sempre più avendo conferma è che i bambini di oggi hanno difficoltà nel mantenere viva l’attenzione per un periodo anche breve, non riflettono attentamente su quello che si fa, tutto passa in maniera super veloce dalla loro mente. Non è una grande scoperta se pensiamo che questa è l’era delle immagini che scorrono veloci e che gli stessi bambini si divertono a far scorrere rapidamente, semplicemente accompagnandole con un dito sullo schermo di un dispositivo digitale. Per questa “impresa”, la riflessione e l’attenzione ai dettagli sono superflue.
Perché i bambini possano affinare il pensiero e la capacità di risolvere i problemi, hanno bisogno di un’esperienza diretta e concreta con gli oggetti, hanno bisogno di riflettere attentamente e autonomamente sulle loro azioni quotidiane, hanno bisogno di enunciarle una ad una, passo dopo passo, perché possano sedimentarne le procedure e perché non diventino “un problema” nel momento in cui si presenta un ostacolo, semplice, banale lo definiremmo noi, ma importante e serio per loro. Quante volte ci è capitato di sentire nella nostra quotidianità scolastica le frasi: “Maestra, è finito lo spazio sul foglio? Che faccio?”, “Maestra, la penna non scrive più, come faccio adesso?”, “Maestra, non ho il temperino…”
Il coding, dunque, si offre ai bambini e ai ragazzi come mezzo per sviluppare il pensiero computazione, ossia l’attitudine a risolvere problemi più o meno complessi e, se autonomamente raggiungono l’obiettivo, hanno imparato come fare.
Nelle mie classi, sono partita dalla soluzione di un “problema” semplice “Come temperare una matita” per arrivare a “Come cercare le parole sul dizionario”, attraverso l’uso di algoritmi. L’esercizio si è rivelato molto utile, soprattutto per l’enunciazione ragionata dei vari passaggi del compito richiesto e la sedimentazione più spontanea e naturale dell’argomento, motivo dell’apprendimento.
In seguito ho proposto la costruzione di un robot, con materiale di riciclo, partendo proprio dalla sua progettazione su carta.
Qui il mini video che ho creato con le fasi dell’attività.
Sono solo le prime attività, per introdurmi e per introdurre i bambini nell’affascinante mondo del coding. Sarà la nostra super-sperimentazione di quest’anno!