Non è facile spiegare a bambini di seconda classe cosa è stato capace di fare l’uomo nei confronti di un altro uomo. Il tema della Shoa è difficile da raccontare sempre, per la cruenza dei fatti accaduti, per le motivazioni insensate che hanno portato a scrivere questa orrenda pagina della nostra storia. Le risposte da dare ai bambini devono contenere sicuramente tanta fiducia, perché il futuro che vivranno deve avere necessariamente queste basi. Non è il dolore che va loro comunicato, piuttosto l’indignazione di fronte alle ingiustizie, perché non debbano rimanere indifferenti di fronte alle ingiustizie odierne e perché devono evitare di praticarle nel loro piccolo, a scuola, a casa, per strada, nella vita.

Per costruire un percorso didattico su questo tema così delicato, Internet con i vari siti strutturati, i forum…e, poi, i libri dedicati a ogni fascia d’età, offrono spunti veramente interessanti. Un valido aiuto al quale spesso ricorro, anche per conoscere esperienze già validate che, poi, personalizzo e adatto al mio contesto classe.

Tutto è cominciato con il simpatico “gioco dell’Amicizia”,  pubblicato su un social, in parecchie pagine dedicate al settore.  L’ho ritenuto da subito un valido e divertente contributo per far capire ai bambini quanto sia importante coltivare questi semplici gesti per sostenere l’amicizia, quella che fa superare qualsiasi pregiudizio e valorizza le diversità.

Di seguito, a coppie di bambini, ho suggerito di scrivere “parole” riferite alla guerra e altre riferite alla pace, in base a quelle che sono le loro conoscenze. Abbiamo scartato le parole ripetute e creato un elenco sul quale abbiamo riflettuto a lungo.

Ho scelto, poi, di leggere il libro di Tomi Ungerer “Otto” per la sua narrativa chiara, per il suo linguaggio semplice, ma non banale, perché fa riflettere sul tema delicatamente, utilizzando come mediatore l’orsacchiotto di peluche, che fa parte del mondo dei bambini. Inoltre, arricchisce il lessico in quanto utilizza parole ancora sconosciute ai bambini o poco praticate. Mi riferisco alla parola “rigattiere” che alcuni hanno identificato con il commerciante del mercantino dell’usato che hanno visitato con le famiglie; poi autobiografia, macerie…

Con la produzione autonoma delle didascalie, oltre a fare un riassunto della storia, si è creato la struttura da usare con una specie di Kamishibai casalingo, realizzato con il cartone, che ha invogliato i bambini a animare la lettura e a raccontarla con il gioco del teatro.

La storia è stata, poi, riprodotta, realizzando i personaggi e le cose con materiali differenti ed è venuto fuori un bellissimo albo illustrato, realizzato a più mani.

(Alcune pagine)

Con tanti piccoli orsetti insieme, abbiamo realizzato un bellissimo cartellone da appendere nel corridoio (Pinterest), insieme ad altri bellissimi lavori preparati dalle altre classi del piano rialzato della scuola. (Ringrazio le colleghe per l’intensa attività di condivisione e di collaborazione).

Tutti insieme, abbiamo realizzato il “muro della Pace”.

Per concludere il percorso, si è pensato di “seminare la Pace”. Metaforicamente abbiamo interrato dei piccoli semi (di dalia) che, con l’amore di tutti, con le cure amorevoli di ognuno, cresceranno e porteranno il colore della speranza e della forza positiva, perché ciò che è stato, mai più possa essere ancora.