Maria Montessori diceva che “quando l’uomo pensa, egli pensa ed agisce con le mani.”
E’ in base a questa asserzione che considero possibile il tanto discusso “lavoretto” di Natale. Sono convinta che qualsiasi tipo di manufatto realizzato a scuola sviluppi creatività e manualità, impegni a tagliare, assemblare, incollare, modellare, tutte capacità molto utili soprattutto ai bambini di questa società che si ritrovano sempre più davanti a computer, videogiochi e tv e sempre meno in situazioni e luoghi in cui mettere in “funzione” le mani. Queste attività hanno, quindi, un risvolto pedagogico ed educativo molto importante.
Per i bambini, poi, fare i “lavoretti” è un gioco, è un divertimento da condividere con i compagni, un oggetto da portare con orgoglio a casa e donare ai propri genitori. Per tutte queste ragioni, non me la sento di demonizzare questo momento creativo, ma faccio in modo che i bambini possano sempre più affinare la tecnica di imparare autonomamente a creare dal nulla, di trasformare i cartoncini bianchi in oggetti significanti, di imparare a riciclare i materiali, di creare con poco.
Di seguito il nostro “lavoretto” di Natale, nato dal desiderio dei bambini di rappresentare in un modo alternativo al disegno la renna dal naso rosso, Rudolph, dopo aver ascoltato la sua magica storia. Lo abbiamo fatto diventare un pendente per l’albero di Natale.